L’incendio dell’impianto di trattamento meccanico biologico, di proprietà dell’Ama, ubicato in via Salaria ha aggravato notevolmente una situazione già molto difficile: prima dell’incidente la capacità massima dei 4 impianti di Roma era pari a 935.000 tonnellate anno, a fronte di una produzione di indifferenziato pari a 939.000 t/a (dato 2017), ora che il TMB di via salaria è inutilizzabile questa capacità massima (che è sempre maggiore di quella reale) è di sole 701.000 tonnellate. L’incendio, quindi, ha causato l’impossibilità per AMA S.p.A di portare una grossa quantità di indifferenziato al trattamento presso l’impianto di sua proprietà, con una duplice conseguenza: 1) la raccolta dei rifiuti presso i cassonetti ha subito un rallentamento evidente; 2) si sono dovute trovare nuove disponibilità e quindi spazi di trattamento in impianti in giro per il Lazio, e non solo.
La seconda questione ha portato a incrementi tariffari, infatti per il trattamento rifiuti indifferenziati generato dall’interruzione dell’operatività dell’ex Tmb Salario, tutti i contratti 2019 presentano aumenti: per Rida Ambiente di Aprilia si passa da 141,76 euro a 144,38 euro a tonnellata (+1,8%), per Ecologia Viterbo da 121,66 a 150,45 (+23,7%), per Saf di Frosinone da 161,54 a 172,54 (+6,8%), per Aciam in Abruzzo da 147,5 a 169,65 (+15%), per Deco in Abruzzo da 135 a 154,15 (+14,2%).
A ciò si aggiunge un’altra questione: degli impianti di trattamento meccanico biologico ormai presenti a Roma, solo uno è di proprietà AMA, gli altri due, anche se attualmente controllati da un Commissario nominato dal Prefetto di Roma, sono di proprietà della E.Giovi srl. Quindi anche se Roma, nei prossimi anni, raggiungesse l’obiettivo previsto dall’art. 205 del D.Lgs 152/2006, ossia il 65% di raccolta differenziata, con il solo impianto di proprietà di Rocca Cencia non riuscirebbe comunque a trattare tutto l’indifferenziato quindi dovrebbe comunque affidarsi a terzi: la E.Giovi
Gli impianti denominati Malagrotta1 e Malagrotta 2 di proprietà della E.Giovi srl, nel 2017 hanno trattato complessivamente 400.748 tonnellate di rifiuti di Roma, per ogni tonnellata l’AMA S.p.A. ha pagato 137.15 euro per il trattamento, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti. Questo avviene da anni, e se non si interviene avverrà ancora per molto.
Per AMA avere un solo impianto TMB di proprietà non è solamente un problema economico ma anche di strategia industriale, infatti se l’azienda capitolina decidesse, come speriamo, di effettuare un revamping agli impianti TMB per riconvertirli in trattamento a freddo per il recupero di materia, avrebbe diritto solo sul suo impianto mentre quelli di Malagrotta, molto probabilmente, continuerebbero a funzionare per la produzione di combustibile derivato da rifiuti. [quindi il deficit di termocombustione rimarrebbe]
Per l’AMA non converrebbe neanche costruire un nuovo TMB (non solo perché ci vuole tempo sia per le autorizzazioni che per la costruzione) infatti a livello BAT (migliore tecnologia disponibile, incluso il sistema di gestione ed abbattimento odori) i costi di investimento specifici potrebbero essere 250-300 Euro per ogni tonnellata/anno di capacità installata, dunque per un impianto con una portata di ingresso parti a 40.000 t/a parliamo di una spesa di 10-12 milioni di euro, per un impianto di 100.000 t/a saliamo a 25-30 milioni di euro. Siccome i costi principali sono legati alla sezione di trattamento biologico ed alla gestione odori, non c’è grande differenza tra TMB “tradizionale” (ossia con produzione CDR/CSS) e TMB a recupero materia (“fabbrica dei materiali”).
In parole povere, sia per motivi economici che di strategia industriale, noi crediamo che AMA S.p.A. debba fare un’offerta pubblica di acquisto per gli impianti di trattamento meccanico biologico denominati Malagrotta 1 e Malagrotta 2.
Appare chiaro che questa operazione avrebbe ulteriori vantaggi ambientali ed economici laddove AMA S.p.A, attraverso la nuova politica industriale che proproniamo, decidesse di dotarsi di una propria discarica di servizio, poiché i costi derivanti dallo smaltimento dei rifiuti (Fos e scarti) derivanti dal trattamento, si ridurrebbero di molto, così come si ridurrebbe di molto il via vai di camion che, dalle stazioni di trasferenza ubicate a Roma, partono ogni giorno per raggiungere le discariche dell’intero Paese.