I rifiuti urbani riciclabili (cellulose, vetro, metalli, alluminio, plastiche, legno e tessuti) vengono consegnati direttamente a impianti di selezione e valorizzazione di prossimità, perlopiù nel perimetro metropolitano di Roma Capitale, che per il momento hanno sufficiente capacità ricettiva.
Ma se si vuole accrescere l’autonomia industriale di Ama è necessario aumentare la raccolta differenziata, e dunque programmare, progettare, realizzare e gestire nuovi impianti meccanici che serviranno per recupero e riciclo di plastiche, di carta e di metalli.
La parte più consistente dei rifiuti raccolti in modo differenziato è la frazione organica, che nel 2017 Ama ha trattato solo per il 6% del totale (circa metà della capacità autorizzata), inviando il resto del materiale in Friuli-Venezia Giulia, in Veneto e, in piccola parte, in Emilia-Romagna, con costi ingentissimi. A dieci anni dall’ultimo investimento, solo recentemente Ama ha presentato in regione Lazio progetti per la realizzazione di due impianti di compostaggio, per una potenzialità complessiva di 120mila t/anno (Cesano e Casal Selce, entrambi nel quadrante nord-ovest della città), per affiancare quello esistente a Maccarese (30mila t/anno). Se i progetti saranno approvati e realizzati rappresenteranno i primi investimenti in impiantistica di trattamento dal 2008: ma saranno ancora insufficienti, perché consentiranno di ottenere un’autonomia solo del 60% della produzione attuale, e non garantiranno l’autosufficienza nella gestione della frazione organica. Per questo, anche in previsione del necessario e auspicabile aumento della differenziata nei prossimi anni, Ama deve necessariamente programmare, progettare, realizzare e gestire nuovi impianti di compostaggio di tipo aerobico e anaerobico.