Con la chiusura della discarica di Malagrotta, il sistema di gestione di rifiuti di Roma è completamente cambiato: dalla ‘grande buca’ si è passati allo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, dopo trattamento, in giro per l’Italia. La Capitale è sempre in cerca di nuove volumetrie di discariche: nel 2017 sia i rifiuti trattati negli impianti di trattamento meccanico biologico di AMA S.p.A., sia quelli trattati dalla società E.Giovi srl, sono stati smaltiti fuori regione.
Questo modus operandi è tanto costoso quanto fragile, infatti se per qualsiasi motivo una discarica non è più disponibile, o c’è uno sciopero dei trasportatori o c’è una difficolta logistica per arrivare all’invaso, allora i rifiuti restano dei Tmb, che in poche parole vuol dire difficoltà della raccolta per strada, quindi crisi.
A ciò si aggiunge un altro fatto non secondario, visto che i gestori delle discariche in giro per l’Italia sono ben consapevoli che le loro volumetrie sono fondamentali per il ciclo dei rifiuti della Capitale, quindi alzano il prezzo a tonnellata, magari disertando le prime gare. Infatti, per continuare a mandare l’immondizia fuori città, dopo due gare andate deserte, AMA S.p.A, sta per sfornare un nuovo maxi appalto, da assegnare entro fine febbraio 2019: base d’asta 224 milioni di euro, il 20% in più dell’ultima commessa, fallita per mancanza di offerte.
La nostra proposta è che AMA S.p.A individui un sito, tra le zone bianche segnalate dalla Città Metropolitana di Roma, e preferibilmente nel Comune di Roma, per la costruzione di una discarica che possa garantire alla Capitale una autonomia per lo smaltimento della Fos e degli scarti.
Appare chiaro che il nuovo invaso avrà caratteristiche molto diverse da com’era Malagrotta, sia dal punto di vista dimensionale che dal punto di vista dei materiali da smaltire: negli anni è aumentata la raccolta differenziate e finalmente non viene più collocato in discarica il cosiddetto “tal quale” (l’indifferenziata).
A ciò si aggiunga che laddove venisse messa in campo tutta la strategia da noi proposta la discarica avrebbe un ruolo ancora più residuale, infatti avere come punto importante la massimizzazione della raccolta dell’umido in maniera differenziata equivale a programmare un minor smaltimento della frazione organica stabilizzata.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, nella sua riunione del 12 dicembre 2018, ha deciso di avviare un’istruttoria per verificare se le società Herambiente S.p.A. e la sua controllante Hera S.p.A., Linea Ambiente S.r.l e la sua controllante Linea Group Holding S.p.A., A2A S.p.A., Rea Dalmine S.p.A., Sogliano Ambiente S.p.A. e CORE – Consorzio Recuperi Energetici S.p.A.., attuali fornitori di AMA S.p.A., abbiano posto in essere una intesa, in violazione dell’articolo 101 del TFUE, avente ad oggetto l’astensione dalla partecipazione ad alcune procedure di gara indette dalla stessa AMA S.p.A. per la fornitura dei servizi di trasporto e smaltimento/ recupero dei materiali, quali scarti e FOS, derivanti dall’attività dei TMB di Rocca Cencia e Via Salaria, nonché del RUR ( Rifiuto Urbano Residuo) e CDR ( Combustibile da Rifiuti).
In particolare, AMA S.p.A. ha segnalato all’Autorità che le gare bandite nel febbraio e nel luglio 2018 sono entrambe andate deserte nonostante le basi d’asta, fissate rispettivamente a 150 euro e 154,50 euro a tonnellata, fossero più vantaggiose delle precedenti aggiudicazioni dei medesimi servizi e, comunque, allineate agli importi di aggiudicazione di recenti gare aventi lo stesso oggetto.
La mancata presentazione di offerte per entrambe le procedure di gara ha comportato per AMA S.p.A. la necessità di acquistare i medesimi servizi a trattativa privata e a condizioni economiche più onerose, concludendo contratti di fornitura a prezzi più elevati con le stesse società che, in RTI o individualmente, fornivano i servizi oggetto di gara.
Nella giornata di ieri, 18 dicembre 2018, i funzionari dell’Autorità, con la collaborazione del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni nelle sedi di tutte le società coinvolte nell’istruttoria.
Il procedimento si concluderà entro il 31 dicembre 2019.